Il Veneto, situata a Nord-Est d’Italia, è una delle regioni più ricche del Bel Paese, grazie soprattutto al settore tessile (si pensi a grandi marche come “Diesel” o “Benetton”) o alla produzione di vini di pregio, come ad esempio il Valdobbiadene.

Un altro settore di rilievo per la regione è il turismo, grazie soprattutto al capuologo Venezia, città sull’acqua, patria della Biennale e del Festival del Cinema, in cui ogni anno si riversano milioni di turisti.

Questa prospera regione del Nord, però, offre tantissimi altri scorci e spunti turistici da visitare oltre alla “città sull’acqua”: dalle piste sciistiche “alla moda” di Cortina d’Ampezzo fino alle divertenti spiagge di Jesolo, il Veneto offre mille idee per un weekend fuoriporta.

Oggi IlGustonauta vi porta alla scoperta delle romantica Treviso e di due delle più affascinanti Ville Venete. Fateci sapere cosa ne pensate nei commenti!

TREVISO

treviso e le ville venete, VENETO: TREVISO E LE VILLE VENETE

Treviso, è una piccola cittadina, capoluogo dell’omonima provincia, situata a circa 30 km da Venezia. Come la bella città delle gondole, anche Treviso è ricca di canali, caratteristica che gli è valsa l’appellativo di “Piccola Venezia“.

Data la particolare conformazione della città, vi consigliamo di esplorarla a piedi. Iniziamo il tour Piazza dei Signori, cuore della città, attorno a cui si snoda la vita sociale e culturale, circondata da portici e baretti tipici. Mentre gustate un tipico spritz, potrete ammirare i maggiori palazzi di Treviso: Palazzo dei Trecento, Palazzo del Podestà e Palazzo Pretorio.

Proseguite nel percorso e dirigetevi verso la Cattedrale di San Pietro apostolo, ovvero il duomo di Treviso. La prima edificazione risale attorno al Mille, ma l’edificio attuale fu realizzato nel 1770 in stile Neoclassico.
Nella cripta sono conservate le reliquie del patrono della città, San Liberale; mentre in corrispondenza della Capella dell’Annunziata, o del Malchiostro, si possono ammirare gli affreschi di Tizisno e del Pordenone.

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L’ultimo monumento che ti consigliamo di non perdere a Treviso è alquanto particolare: la Fontana delle tette è un antico mezzobusto scolpito di donna che al tempo della dominazione della Serenissima spillava vino bianco e rosso dai due seni in occasione di particolari festeggiamenti, per esempio quando veniva proclamato un nuovo podestà.
La scultura originale in realtà è stata gravemente danneggiata e si trova in una teca al Palazzo dei Trecento, ma puoi trovarne una copia al centro del cortile di Palazzo Zignoli, in Vicolo Podestà.

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Terminiamo la visita a Treviso recandoci a Buranelli, la zona racchiusa tra i canali Cagnan e Buranelli, ricca di portici, mulini e ponti, sicuramente la più romantica e successiva della città.

VILLA PISANI

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Villa Pisani, anche detta La Nazionale, si trova a Stra, in provincia di Venezia ed è una delle più affascinanti ville Venete. Fu costruita dal 1721 per la nobile famiglia Pisani di Venezia.

Nei primi del Novecento la villa ricevette la visita del poeta Gabriele D’Annunzio e della Duse. L’atmosfera di decadenza degli ambienti abbandonati e del parco inselvatichito è puntualmente descritta da Gabriele d’Annunzio nel romanzo Il Fuoco.
Il primo restauro parziale avvenne nel 1934, in occasione di una visita di Hitler e Mussolini.

Nel 2008, il parco di Villa Pisani è stato insignito del titolo “Parco più bello d’Italia”, la struttura è ispirata all’architettura di Versailles e si incrocia con la tradizione veneta del giardino cintato.

La Villa è visitabile ed il tour si divide in una visita all’interno delle 30 sale del piano nobile. Alcune sale permettono di rivivere l’atmosfera della vita di corte: la Sala da Pranzo, ad esempio è arredata con un antico corredo di piatti di epoca napoleonica, un prezioso centrotavola in alabastro in stile neoclassico oltre alle piattaie rococò dove sono esposti vetri e ceramiche del Settecento.

Di particolare interesse e suggestione è l’Appartamento Napoleonico, ricco di tesori: il grandioso letto a baldacchino sormontato dall’iniziale dell’imperatore, i cassettoni intarsiati da Giuseppe Maggiolini, i monocromi di Giovanni Carlo Bevilacqua,che narrano il mito di Eros e Psiche,ed i preziosi mobili in stile Impero realizzati appositamente.

Il “Labirinto d’Amore”

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Tra i più grandi d’Europa, questo labirinto è formato da nove cerchi concentrici di siepi di bosso, ed è a percorso libero. Pur essendo stato rinnovato più volte, mantiene la sua struttura originaria: richiama infatti,l’idea cinquecentesca dei labirinti inaugurati dai Gonzaga a Mantova.

VILLA BARBARIGO PIZZONI

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Villa Barbarigo Pizzoni si trova a Valsanzibio di Galzignano Terme e fu costruita su commissione del nobile Francesco Zuane Barbarigo. Le prime notizie del meraviglioso giardino entro cui si trova la villa, si hanno circa un secolo prima della sua costruzione, da uno scritto di Alessandro Piccolomini che, in uno scritto, cita una corte fortificata con annesso un giardino, così bello da essere un locus amoenus.

La villa rappresenta un perfetto esempio di Villa Seicentesca e presenta un insieme di fontane, tutte perfettamente funzionanti, realizzate da Luigi Bernini. Il figlio del nobile Barbarigo, il Cardinale Gregorio, volle che il giardino di Valsanzibio fosse monumentale emblema della via di perfezione che porta l’uomo dall’Errore alla Verità, dall’Ignoranza alla Rivelazione.

Questo eccezionale esempio di giardino barocco consta di oltre 60 statue scolpite nella pietra d’Istria, in gran parte opera del Merengo e si estende per circa 10 ettari.

Il giardino della villa presenta numerosi luoghi affascinanti da visitare, vediamo i principali:

Labirinto del Bosso

Il labirinto fu costruito tra il 1664-1669 usando seimila arbusti di bosso sempreverde, un arbusto secolare ed è lungo circa 1km e mezzo. 4

Oltre che un aspetto ludico, il percorso tra i trivi e quadrivi ha un significato allegorico: il percorso verso la salvificazione. Questa conformazione fu voluta dal Cardinale Gregorio Barbarigo, a voler simboleggiare che ognuna delle scorciatoie conduce a vicoli ciechi: i primi 6 vizi capitali (Gola, Lussuria, Avarizia, Accidia, Ira ed Invidia), o nel duplice e confluente circolo vizioso che rappresenta il 7° e più insidioso vizio capitale, la superbia.

L’allegoria vuole che riesca ad accedere alla salvificazione solo chi chiede aiuto dall’alto, il centro del labirinto, infatti, presenta una torretta da cui poter “guardare dall’alto” i propri errori e la propria redenzione.

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Padiglione di Diana

Il ‘Padiglione di Diana’ era l’entrata principale via acqua alla tenuta dei Barbarigo nel 17o e 18o secolo e fu una delle prime opere costruite del progetto del Bernini. Rappresenta uno dei luoghi più importanti di tutto il complesso monumentale, infatti, non significava solo l’accesso alla dimora dei Barbarigo, ma era l’inizio del percorso di salvificazione voluto dal Santo Gregorio Barbarigo.

Il portale presenta gli scudi dei Barbarighi, sorretti da due statue rappresentanti angeli in tranquillo atteggiamento di fanciulli dalla corta tunica. Il Padiglione è decorato da bassorilievi e 13 statue, in pietra d’Istria, scolpite da Enrico Merengo.

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Monumento al tempo ed Isola dei Conigli

Il monumento al Tempo raffigura il dio del tempo Cronos, curvo sotto una clessidra che simboleggia il degli anni.
Il dedecaedro che porta sulle spalle simboleggia gli anni: dodici facce come i dodici mesi dell’anno; le facce hanno colori diversi in relazione alla loro illuminazione dalla luce solare e simboleggia che le annate qualche volta sono buone, ma altre sono cattive.

Questo monumento è  in contrapposizione con l’Isola dei Conigli, o Garenna, unica superstite nei pochi giardini d’epoca ancora esistenti, che simboleggia l’immanenza, cioè, la condizione comune degli esseri viventi limitati dal corpo stretto fra i confini dello spazio e del tempo.

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