IlGustonauta prende il volo e raggiunge la bella Sicilia, per visitare il suo capoluogo Palermo, città dal fascino senza tempo e dal mare cristallino.

Ciò che rende speciale questa città, oltre l’innegabile bellezza, è l’essere il crocevia di numerose culture, derivanti dalle diverse occupazioni che si sono susseguite nei secoli.

La “città delle delizie” offre ai propri ammiratori un armonioso insieme di cupole arabe, palazzi liberty e ancora teatri neoclassici e mercati storici. Non a caso, nel 2015, il centro storico è stato dichiarato Patrimonio UNESCO.

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Cattedrale

Il nostro tour non può che iniziare da uno degli edifici più maestosi della città: la Cattedrale. L’importanza di questo monumento deriva non solo dalla sua imponenza, ma anche dalla sua rappresentanza della storia palermitana durante le diverse epoche.

Risalente al 1143, la chiesa presenta diversi stili: una facciata principale con un portico in stile gotico catalano, compreso tra due imponenti torrette, una cupola tardo barocca ed un interno (del XIX secolo) in stile neo-classico.

All’interno sono conservate le spoglie dei reali di Sicilia e quelle di Santa Rosalia, patrona della città.

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Palazzo dei Normanni

Proseguiamo verso un altro simbolo della città: il Palazzo dei Normanni, più antica residenza reale d’Europa, nonché uno dei monumenti più visitati di Sicilia. Attualmente è la sede dell’Assemblea Regionale Siciliana.

Costruita nel 1130 da Ruggero II, nei tempi di maggior splendore era una reggia ricca e sontuosa, come dimostrano gli appartamenti reali, arricchiti da mosaici rappresentanti scene di caccia e la Cappella Palatina, intitolata a San Paolo apostolo, decorata con mosaici bizantini considerati tra i più belli di Sicilia. Interessante è anche il soffitto della Cappella, in legno con incisioni ed intagli che rimandano allo stile della dominazione araba.

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Chiesa della Martorana

Visitiamo poi la Chiesa della Martorana, ritenuta tra le più belle chiese bizantine in Italia.
Ciò che la rende ancora più affascinante è il contrasto tra lo stile arabo-normanno, particolare che le ha permesso di essere inserita tra i beni tutelati dall’UNESCO.

Al suo interno non possiamo che ammirare il “Cristo pantocratore“, posto sulla sommità della cupola, circondato da magnifici mosaici. Esso è una rappresentazione tipica dell’arte bizantina, in cui il Cristo benedicente è circondato da quattro angeli prostrati ai suoi piedi.

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Catacombe

Altra tappa “tipica” durante un tour di Palermo è quella al cimitero sotterraneo del Convento dei Frati Cappuccini, erroneamente conosciuto come le catacombe.

Qui sono conservati circa ottomila corpi mummificati, appartenenti a frati, personaggi illustri della città e gente comune. Questo cimitero sotterraneo fu creato dai frati per dare la possibilità ai parenti di poter continuare ad incontrare i propri cari, poiché il particolare micro-clima e le particolari tecniche di imbalsamatura utilizzate, permisero (e permettono tuttora) di conservare i cadaveri praticamente immutati e riconoscibili.

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Stanze al Genio

Ci “spostiamo” nel campo dell’arte, con una visita alle Stanze al Genio, un luogo eclettico, decorato con le migliori maioliche della Regione.

Inaugurata nel 2008 per volere dell’omonima Associazione Culturale, questa casa museo raccoglie una delle collezioni più grandi in Europa di maioliche antiche napoletane e siciliane con oltre 2300 esemplari in mostra (dalla fine del XVI secolo agli inizi del XX secolo), e altre collezioni minori di arte contemporanea e modernariato.

La Casa Museo è ospitata nel palazzo Torre-Piraino, situato nel centro storico, e si compone di 4 sale (sala d’ingresso, sala della cucina, sala dei fiori e sala neoclassica), utilizzate anche per eventi culturali.

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Fontana Pretoria

Proseguiamo verso Piazza Pretoria, dove troviamo l’imponente Fontana Pretoria, di origine rinascimentale.

Questa fontana è stata soprannominata dai locali anche “Fontana della Vergogna”, l’origine di questo nome è controversa: c’è chi pensa sia dovuto alla nudità delle statue che la circondano, chi, invece, che sia un riferimento alla corruzione delle classi dirigenti locali del XVIII e del XIX secolo.

Originariamente, la statua era stata commissionata dal fiorentino Don Luigi di Toledo per abbellire il proprio giardino; a lavori ultimati, però, essa fu venduta al Senato di Palermo, probabilmente per far fronte ai debiti accumulati dalla famiglia spagnola.

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Abbandoniamo i monumenti e ci immergiamo nella cultura enogastronomica, fortemente presente in città ed egregiamente rappresentata da i tre mercati più grandi della città: la “Vucciria“, “Ballarò” e il “Capo“.

Qui la parola d’ordine è “abbainare”, termine dialettale che rimanda ai richiami chiassosi dei venditori per attirare compratori.

In questi luoghi potrete assaporare un po’ di storia della dominazione araba, che si evince dai molti termini utilizzati e dalla presenza di bancarelle inusuali, che, mescolano la tradizione extra-comunitaria a quella locale, proponendo, ad esempio il kebab con crocché.

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Spiaggia di Mondello

Prima di lasciare Palermo, un tuffo nelle sue acque limpide è d’obbligo.
La nostra ultima tappa è Mondello, spiaggia più famosa della città, appena fuori dal centro.

Qui troverete sabbia bianca e mare cristallino, perfettamente in armonia con gli edifici liberty disseminati lungo la spiaggia.

Cosa mangiare a Palermo

Palermo non è solo crocché ed arancine (o arancini, per accontentare le diverse fazioni di pensiero), bensì è indiscutibilmente la regina italiana dello street food.

Tante le proposte in questo senso, anche se, diciamocelo, non proprio adatte a chi vuole stare a dieta. Da provare assolutamente la meusa (panino con la milza), lo sfincione (focaccia morbida con pomodoro e caciocavallo) e ancora le panelle (schiacciatine fritte di farina di ceci).

Il bel capoluogo non si fa mancare nulla nemmeno in tema di dolci ed ecco che troviamo i cannoli ripieni di ricotta, la cassata siciliana (torta a base di ricotta zuccherata, pan di spagna, pasta reale e frutta candita) ed ultime, ma non per bontà, le paste di mandorla (anche chiamate marzapane).

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