Siracusa, anche Sarausa in Siciliano, è uno dei Comuni più antichi della regione e la sua storia è narrata a partire dal 734 a.C. . Annoverata tra le più vaste metropoli dell’età classica, primeggiò per potenza e ricchezza con Atene, la quale tentò invano di assoggettarla. Numerose le personalità influenti accolte al suo interno, come Platone che giungendovi per ben tre volte, cercò di instaurarvi lo Stato ideale della Repubblica.
Siracusa riveste un ruolo importante anche per essere stata Capitale Bizantina nel VI secolo e per aver dato i natali alla martire Santa Lucia.

Altra particolarità di Siracusa è la sua conformazione: si sviluppa parzialmente sulla terra, il vero e proprio comune di Siracusa, ed una parte sul mare, l’Isola di Ortigia.

, SICILIA: SIRACUSA E ORTIGIA

Ortigia

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Gli abitanti della città l’hanno rinominata U’ Scogghiu (in italiano, Lo scoglio) ed è la parte più antica di Siracusa. Considerata una delle isole più belle al mondo è un’isola “a metà”, in quanto collegata alla terraferma dai Ponti Umbertino e Santa Lucia.

Appena varcato il ponte ci imbattiamo nei resti del più antico tempio di Sicilia, quello di Apollo, di cui purtroppo resta poco o niente, poiché negli anni fu trasformato prima in moschea e, successivamente, in chiesa cristiana.

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Poco più avanti troviamo la Fontana di Diana, dea della Caccia, che racconta il mito della Ninfa Aretusa trasformata in fonte dalla stessa Dea.
A questo mito è legata la Fonte Aretusa, simbolo di Ortigia e cantata nei secoli da poeti e scrittori. Aretusa era una ninfa greca amata da Alfeo ma non voleva saperne di stare con lui: chiese quindi ad Artemide di aiutarla e questa la trasformò nella fonte di Ortigia. Alfeo, per non separarsi da lei, chiese agli dei di trasformarlo in un fiume in modo da vivere per sempre nell’abbraccio con la sua ninfa. La fonte è una grande vasca d’acqua in cui da sempre cresce, unico luogo in Europa, il papiro.

Il Duomo di Siracusa

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La piazza centrale di Ortigia ospita il Duomo di Siracusa, ottimo esempio di architettura barocca che ospita al suo interno il tempio di Atena. Del tempio greco, voluto dal tiranno di Siracusa Gelone nel 480 a.C., per ringraziare la dea della Sapienza della vittoria conseguita ad Imera contro i Cartaginesi, si possono ancora vedere quasi tutte le colonne del peristilio e parti della mura della cella.
Queste, nel VI secolo d.C., furono inglobate alla chiesa bizantina che si sovrappose all’originaria struttura templare dell’edificio.

Nel corso degli anni l’edificio cambiò spesso destinazione, da moschea a chiesa normanna, proprio durante il “periodo” normanno furono operati diversi lavori, grazie a cui fu reso più luminoso l’interno ed il pavimento fu rivestito in marmo policromo, al cui interno si presenta lo stemma della città. Purtroppo, il terremoto del 1693 distrusse la facciata ed il campanile, che non fu più ricostruito; la facciata, invece, fu ricostruita nel Settecento con l’aspetto di una quinta teatrale.

La facciata è in stile barocco, con colonne doriche incastonate nei muri perimetrali, il sagrato si apre con una scalinata, ai cui lati sono rappresentate le statue degli apostoli Pietro e Paolo, in marmo.
Al centro, troviamo un fregio ricurvo con angeli e festoni, sul frontone è presente lo stemma reale con l’aquila, emblema di Carlo III di Borbone.
In cima alla facciata, in una nicchia, vi è l’immagine in pietra calcarea della Vergine Maria, a cui è dedicata la chiesa. 

All’interno troviamo diverse cappelle rivestite di marmi e impreziosite con stucchi barocchi siciliani, si tratta delle cappelle di Santa Lucia e del Santissimo Sacramento. La prima custodisce il simulacro argenteo e le reliquie della vergine e martire Lucia, patrona di Siracusa, mentre la seconda, interamente affrescata con le storie dell’Antico Testamento, dispone di un elegante ciborio eucaristico che è opera di Luigi Vanvitelli.
Un’altra opera di particolare rilievo da segnalare è il dipinto di San Zosimo, attribuito al celebre Antonello da Messina.

Chiesa di Santa Lucia alla Badia

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Poco più avanti al Duomo, possiamo trovare la Chiesa di Santa Lucia alla Badia, dedicata alla patrona della città. La storia popolare narra che, durante la carestia del 1646, la Santa avrebbe condotto due navi cariche di cereali nel porto interrompendo la lunga fame dei Siracusani, quella “dira fames” che aveva fatto soffrire il popolo; per questo motivo ogni prima domenica di Maggio si celebra una festività in onore di questa Santa.

La chiesa presenta nella parte inferiore un tipico stile Barocco Siciliano, con colonne tortili che incorniciano il portale ed un frontone che rappresenta scene del martirio della Santa.
La parte superiore, invece, ha lesene ispirate allo stile Rococò.

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Questa chiesa, nonostante meno “maestosa” rispetto alla Cattedrale, è importante perché dal 2009 ospita Il seppellimento di Santa Lucia, ultima tela dipinta da Caravaggio nel 1608, quando si rifugiò a Siracusa in ritorno da Malta, cercando di fuggire alle accuse di essere un omicida. L’innovazione del dipinto è il momento di vita trattato: per la prima volta un artista rappresentò la sepoltura, non il martirio, di Santa Lucia.

Parco archeologico della Neapolis

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Anfiteatro

Il Parco archeologico della Neapolis si trova nella parte moderna della città e si estende per quasi 240.000 mq. Salvaguardato negli Anni Cinquanta dall’aggressività urbanistica, conserva testimonianze che vanno dall’età protostorica a quella bizantina.

Quest’area è stata dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO, grazie ai monumenti storici presenti, come il Teatro Greco, l’Anfiteatro o la Tomba di Archimede.

Il Teatro Romano ha conservato intatta la sua forma scavata nella roccia che lo ha difeso dalle spoliazioni di materiale. Poteva contenere migliaia di spettatori: qui Eschilo rappresentò per la prima volta I Persiani e le Etnee. Una tradizione che dura ancora oggi perché il teatro è usato ogni estate per rappresentazioni teatrali e spettacoli.
L’Anfiteatro, un tempo sede di giochi coi gladiatori, fu in parte depredato dagli spagnoli, che usarono le sue pietre per costruire una barriera all’entrata di Ortigia.

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Orecchio di Dionisio

Infine non perdetevi la visita all’Orecchio di Dionisio, una grotta artificiale che si trova in una cava di pietra detta latomia (utilizzata per l’estrazione della pietra), situata sotto il Teatro.
Il particolare nome viene attribuito a Caravaggio, che lo coniò notando la conformazione “ad S” della latomia, caratteristica che fece pensare all’artista che la grotta venisse usata non solo per l’estrazione di pietra, ma anche per amplificare i suoni.

Leggenda vuole, infatti, che il tiranno Dionisio I usasse questo luogo per ascoltare i discorsi dei suoi prigionieri, grazie ad un’amplificazione del suono fino a 16 volte superiore.

Catacombe di San Giovanni

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Rimaniamo nei pressi della Neapolis fino a giungere alla Basilica di San Giovanni Evangelista, una chiesa a cielo aperto, che nei suoi sotteranei ospita la Cripta dipinta di San Marciano e la Catacomba di San Giovanni.

Secondo la storia, la chiesa fu costruita in epoca bizantina nel luogo di sepoltura di San Marciano, primo vescovo di Siracusa, a cui si dovrebbe la fondazione della prima comunità cristiana nel mondo occidentale. Proprio qui, infatti, dopo aver percorso una scalinata in pietra per circa 5 metri sotto il livello stradale, troviamo la Cripta di San Marciano.

Sono ancora visibili alcune tracce dell’opera “originale”: alcune absidi, i resti della pavimentazione in opus sectile e numerose colonne e capitelli ionici. I Normanni intervennero sulla struttura incastonando agli angoli della navata centrale quattro capitelli in marmo raffiguranti gli Evangelisti, e ricoprendo la parete rocciosa con affreschi e motivi decorativi, oggi ancora visibili.

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Visitiamo ora la Catacomba, scolpita nella roccia calcarea. La struttura è semplice, formata da una galleria principale (Decumanus Maximus) da cui si diramano dieci gallerie (Cardines).
Queste conducono ad altrettante rotonde, ovvero a cappelle di forma circolare ricavate da antiche cisterne per la raccolta dell’acqua, poi riutilizzate per la sepoltura di personaggi illustri. 

Nella catacomba possiamo trovare il Sarcofago di Adelfia: uno dei sarcofagi più importanti del mondo cristiano antico, ritrovato nel 1872 dall’archeologo Cavallari.
Il reperto prende il nome dalla moglie del conte Valerio, un alto funzionario della corte imperiale, raffigurata con il marito in una conchiglia al centro dell’arca marmorea. L’elemento più importante del sarcofago è la sua raffinata decorazione a doppio registro, su cui spicca la scena della Natività di Gesù, ritenuta “il più antico presepe del mondo“.

Un altro reperto interessante è la tomba detta anche Refrigerium (rinfresco), un’arca scavata nella roccia, la cui lastra di copertura presenta tre fori sulla superficie.
Qui si svolgeva appunto il rito del Refrigerium, che aveva lo scopo di “nutrire” l’anima del defunto ed aiutarlo nel passaggio aldilà. Durante la cerimonia i vivi “consolavano” il defunto versando cibo, vino, latte e miele nei fori sulla lastra di copertura.

Castello Maniace

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Il Castello Maniace sorge sulla punta del porto di Siracusa e rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura militare Sveva.
Nel corso dei secoli il castello ha ospitato re e regine, è stato il luogo dove Federico I d’Aragona firmò per la fondazione dell’Università di Napoli, fu polveriera e caserma dell’Esercito.
A causa di attacchi militari e terremoti, oggi possiamo ammirare pochi resti della struttura originale.

Da visitare è il Bagno della Regina: vi si accede da una porticina aperta nel paramento murario e si scende per una scala intagliata nella viva roccia.
Originariamente, si pensava che questo spazio fosse spazioso ed adorno di marmi, con sedili e vasche. In realtà si tratta solo di un minuscolo ambiente di circa 1 m. per lato ed altro non è che una fonte di approvvigionamento idrico del castello.

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