La Riviera del Conero deve il suo nome all’omonimo promontorio, situato nelle Marche. Il “complesso” è formato da 16 località, famose per le acque cristalline delle loro spiagge.

Il Conero, però, è ricco anche di storia e di luoghi da visitare.
IlGustonauta ha selezionato per voi 4 mete degne di nota, venite a scoprirle con noi!

SIROLO

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

Sirolo è un Comune in provincia di Ancona che si trova nel cuore del Parco del Conero e famoso per il suo mare, che da oltre 20 anni viene insignito della Bandiera Blu e le 4 Vele Legambiente.

Il nome deriva dal condottiero Sirio, al seguito del generale Belisario, a cui intorno all’anno 540 Giustiniano I donò il territorio di Sirolo, dopo la sconfitta dei Goti che avevano invaso il Piceno.

Iniziate il vostro tour visitando il centro storico, interamente pedonale e dirigendovi verso il Belvedere, da cui ammirare una splendida vista sulla riviera del Conero.

Chiesa del Santo Rosario

La Chiesa di Santissimo Rosario si trova nel centro storico, in prossimità dell’Arco Gotico che segna l’ingresso Meridionale del borgo.
Fu costruita tra il 1603 ed il 1613 in stile gotico, venne leggermente ampliato nel 1898.
Al suo interno, sono conservate alcune opere di interesse storico e artistico come il dipinto attribuito a Pompeo Moranti del XVI sec. che raffigura al centro la Vergine ed ai lati San Nicola da Bari e Sant’Agostino, il Bambinello del Perdono, recuperato, da alcuni fedeli tra le macerie della Chiesa di San Francesco oggi Villa Vetta Marina.

Teatro alle Cave

Questo teatro è stato ricavato in una cava di pietra del Conero, da cui appunto deriva il nome “Alle Cave”.
La singolare natura della collocazione di questo teatro gli permette di avere un’acustica particolare, che lo rende particolarmente adatto alle esibizioni di musica lirica.

Spiaggia delle Due Sorelle

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

La Spiaggia delle Due Sorelle è una delle più famose del Conero,
è chiamata in questo modo per i due scogli gemelli che emergono dalle acque di questo mare limpidissimo, che se visti da nord assomigliano a due suore poste in preghiera. Essendo raggiungibile solamente via mare, questo tratto di spiaggia bianca, a ridosso del Conero, è un gioiello di natura incontaminata, senza nessun servizio.

OFFAGNA

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

Offagna è un piccole comune medievale, a 15 km di distanza da Ancona.
Figura tra i borghi più belli d’Italia e dal 2013 possiede anche la bandiera arancione (riconoscimento turistico-ambientale assegnato dal Touring Club)

Le prime informazioni circa questo borgo comparvero quando dei nobili germanici ottennero la zona dall’arcivescovo di Ravenna nel Tardo Medioevo. Dal 1445 passò sotto la giurisdizione anconetana Offagna divenne uno dei circa venti castelli di Ancona e perciò tra il 1454 ed il 1456 venne costruita l’attuale rocca, con l’importante funzione di difendere il confine del fiume Aspio.

Rocca di Offagna

La struttura architettonica è ben conservata, è un notevole esempio di costruzione militare del periodo a cavallo tra il Medioevo e il Rinascimento. Il castello funzionò da presidio armato per qualche decennio, Osimo però non si era rassegnata per la perdita del territorio offagnese e nel 1477, con il prode Boccolino da Guzzone di famiglia offagnese, riconquistò Offagna.
Dal XVI sec. la fortezza perde d’importanza e le guerre paesane si esauriscono. Il castello sarà utilizzato come dimora da un Podestà, nominato dal consiglio di Ancona.
La Rocca è un edificio pressoché quadrangolare con mastio eccentrico e poggia su una rupe di tufo, una roccia sedimentaria molto resistente.
Non è presente un fossato, perché il castello si trovava in una posizione abbastanza sopraelevata da essere difficilmente attaccabile.

Il mastio, la torre di massimo avvistamento, è suddiviso in cinque piani. Nel primo piano si trova una cella che comunica con il piano superiore tramite due botole poste sul soffitto. Il castellano risiedeva al terzo piano. Ne è prova la traccia dell’unico camino esistente in tutta la rocca. L’ingresso al mastio era situato al quarto piano, quindi a notevole dislivello. Questo era un accorgimento assai diffuso in epoca medievale: in caso di irruzione del nemico all’interno del recinto, si distruggevano le scale ed il mastio, perfettamente isolato, si preparava alla difesa ad oltranza.

RECANATI

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

Quando sentiamo nominare Recanati, non possiamo non pensare al poeta Leopardi, che qui ebbe i suoi natali e da cui si lasciò ispirare per molte delle sue composizioni.

La cittadina è rimasta intrisa della vita del poeta ed IlGustonauta oggi vi conduce in un tour dei Luoghi Leopardiani.

Casa di Leopardi

Partiamo da Palazzo Leopardi, che affaccia sulla piazza “Sabato del Villaggio”, che prende il nome dall’omonima poesia.
La struttura ha linee semplici e signorili, derivanti da modifiche operate nel Settecento.

Negli altri lati della piazza troviamo la chiesa di S. Maria di Montemorello e l’edificio delle scuderie che un tempo ospitava nei piani superiori alcune famiglie di domestici, fra cui quella di Teresa Fattorini, celebrata dal Poeta nel famoso canto  A Silvia.

L’intero primo piano, sopra le vecchie cantine, è occupato dalla famosa Biblioteca, l’unica parte del palazzo aperta al pubblico poiché il resto dell’edificio è ancora oggi abitato dalla famiglia Leopardi. Per accedervi si sale un ampio scalone settecentesco, opera dell’architetto Carlo Orazio Leopardi, sulle cui pareti sono murati alcuni reperti archeologici raccolti da Monaldo.

Antiche Cantine Leopardi

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

Le Cantine all’interno del Palazzo furono costruite tra il Seicento ed il Settecento in circa 400 mq divisi su due livelli: al piano superiore erano conservati i tini per la pigiatura e la spremitura; al piano inferiore i mosti venivano trasformati in vino.

Le botti più piccole contenevano il vino più selezionato e la loro capacità corrispondeva spesso a piccole partite d’uva ben individuate nelle vigne. Le botti, tutte cerchiate in ferro già dai primi del settecento, erano costruite in quercia o rovere maschio di produzione aziendale.

Il vino prodotto veniva in parte venduto localmente, in parte usato per pagamento in generi a vari dipendenti di casa, come si può vedere dai libri di amministrazione dell’epoca.

La casa di Silvia

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

La Silvia decantata nel poema “A Silvia”, all’anagrafe Teresa Fattorini, era una giovane abitante del primo piano delle scuderie di casa Leopardi.

L’edificio, visitabile ed aperto al pubblico dal 2017, originariamente al piano terra ospitava cavalli e carrozze e nei piani superiori dava alloggio  ai cosiddetti “famigli”, i dipendenti dei Leopardi. Questi ultimi hanno seguitato ad abitare lo stabile nei secoli, fino a vent’anni fa.

La casa dove visse Teresa è composta da alcune piccole stanze arredate con mobilio e suppellettili d’epoca, tutti provenienti dal palazzo. Grazie a fonti ottocentesche si hanno notizie certe sui componenti della famiglia Fattorini e sulla loro storia, quindi non è stato difficile recuperare gli ambienti in maniera filologicamente corretta. Di grande aiuto è stato, anche, il ritrovamento delle antiche tinteggiature delle pareti che ha permesso di ripristinare attentamente i colori originali degli interni e delle facciate dell’immobile.

Il nuovo itinerario di visita offre ai visitatori una prospettiva insolita e del tutto inedita di questa storia: non più Giacomo che guarda “Silvia”, ma il Poeta visto attraverso gli occhi della giovane.

Piazzuola Sabato del Villaggio

La piazza antistante palazzo Leopardi è delimitata a nord dalla Chiesa di Santa Maria di Montemorello, costruita nel secolo XVI per volere e a spese di Pierniccolò Leopardi; qui è conservato l’atto battesimale del Poeta. Ad est si trova la cosiddetta “casa di Silvia”. Sul lato ovest esisteva, ora demolita, la casetta ove sedeva “su la scala a filar la vecchierella”.

GROTTE DI FRASASSI

riviera del conero, MARCHE: IL CONERO

Le Grotte di Frasassi si trovano in provincia di Ancona, nel Comune di Genga. Il complesso di grotte si trova all’interno del Parco Naturale della Gola Rossa.

Le grotte sono visitabili dal 1974 ed in pochi anni sono diventate tra le maggiori attrazioni turistiche delle Marche.
Il 12 settembre 2017 il Consiglio Regionale delle Marche ha approvato la mozione che sostiene la candidatura delle Grotte di Frasassi per la loro iscrizione nella lista del Patrimonio Mondiale Culturale e Naturale dell’UNESCO.

Al momento il complesso delle grotte di Frasassi ha una lunghezza di oltre 20 km. Tra gli ambienti visitabili ritroviamo:
Sala 200, così chiamata perché è un corridoio di 200 metri
Sala delle Candeline, che deve il nome alle numerose stalagmiti cilindriche di piccole dimensioni circondate da un anello di roccia che ricordano delle candeline su un piattino
Sala Bianca il cui colore è dovuto a numerosi strati di calcite pura, la
Sala dell’Orsa per un masso presente in essa che grazie all’erosione millenaria dell’acqua ha assunto, in maniera completamente casuale, la vaga forma di un’orsa
Sala dell’Infinito, così denominata perché ha una forma irregolarmente circolare e durante le prime esplorazioni gli speleologi vi persero l’orientamento e si ritrovarono a girare intorno alla sala diverse vol te prima di trovare un’uscita, come se fossero in un percorso infinito.

E’ possibile seguire due percorsi, Azzurro e Rosso, di diversa difficoltà.
Potete trovare tutte le informazioni sul sito.

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